Viaggio in Patagonia
La Patagonia è una terra molto particolare e molto bella, adatta alle persone che amano la natura, i grandi spazi isolati ed un pizzico di avventura per quei piccoli problemi giornalieri che possono accadere da noi e che diventano grandi in questa terra (vedremo dopo il perché). Non si tratta di spedizione alpinistica anzi ci sono soltanto alcuni trekking che qualsiasi persona in salute può comodamente fare e goderseli tranquillamente senza alcuno stress. Personalmente ho fatto questo viaggio tramite un tour operator, ma può essere realizzato con il “fai da te” o in modo misto cioè volo a Buenos Aires per proprio conto e poi una agenzia Argentina. Ma una decisione potrà essere presa dopo, con l’aiuto, che spero di dare,nei 20 giorni di descrizione . Partenza Malpensa/Madrid/Buenos Aires volando con Iberia oppure Fiumicino/Buenos Aires volando con Alitalia o Aereolineas Argentinas con prezzi consultabili su internet nei siti specifici. Buenos Aires: se intendete visitarla vi consiglio il tipico quartiere della Boca (caratteristici per il tango e per la squadra di calcio del Boca Junior di Maradona) )
molto folkloristico, poi la zona residenziale della Recoleta e la zona di Puerto Madero nonché il quartiere di Sant’Elmo (nona degli artisti). Si parla molto di pericoli cittadini (rapine, scippi) ma la mia esperienza è stata quella di una città italiana tipo Milano o Firenze cioè normale con persone ospitali e disponibili e molto orgogliosi di essere Argentini. Partenza quindi per Comodoro Rivadavia dall’aeroporto nazionale Jorge Newbery ( durata volo 2 ore e 30) e da qui si prosegue in piccoli pullman per un percorso che ci porterà sulla famosa Ruta 40, con distanze difficilmente concepibili da noi su strade sterrate. Si procede in direzione di Sarmiento per la visita alla foresta pietrificata composta da alberi fossilizzati da più di 70 milioni di anni in un paesaggio molto suggestivo, quindi si va a prendere la Ruta 40 e si arriva alla città di Perito Moreno, dove ho pernottato all’alberghetto Belgrano, dopo aver percorso circa 300 Km in 6 ore di viaggio. Giorno dopo partenza per Lago Posadas in direzione Sud sulla Ruta 40 con le sue mandrie di guanacos e con gli struzzi nelle infinite pampas e con i simpaticissimi armadillos Lungo il tragitto breve deviazione per la visita alla Cuevas de las manos (grotta delle Mani) posta sul Canyon del fiume Pinturas
dove si trovano pitturate innumerevoli mani pitturate presumibilmente 9000 anni fa. Dopo la visita si prosegue verso il lago Posadas con una stupenda vista sul Cerro San Lorenzo (monte più alto del sud della Patagonia 3706 metri). Sistemazione serale al lodge Rio Furioso molto accogliente e con camere in villini divisi in mezzo agli alberi. (Km percorsi circa 300 ore 7) Da questa bellissima sistemazione si possono fare, in due giorni diversi, due trekking tranquilli che ci permettono di goderci il panorama Il primo verso il Rio Furioso per proseguire nella Oro Valley,sul versante del lago Pueirydon Il secondo verso il lago Posadas, diviso dal precedente da una piccola striscia di terra, dove si può ammirare una “laguna seca”
con dei colori sfumati in un paesaggio magnifico ed abbiamo la possibilità di vedere branchi di cavalli selvaggi, tana frequentata dal puma, e gli Ibis bellissimi uccelli colorati. Giorno dopo partenza per El Chaltèn costeggiando i laghi Cardiel e Viedma (Km 520 ore 11). In questo tragitto ho potuto constatare di persona quello che accennavo all’inizio, cioè che i piccoli problemi possono diventare enormi come questa terra; Foratura di 2 pneumatici + rottura di un piccolo pezzo del cambio, risultato bloccati a 160 Km dal primo piccolissimo centro abitato dove si poteva comunicare (naturalmente i cellulari non hanno linea) e la frequenza di passaggio di auto è stata di 2 motociclisti (che facevano il giro del mondo) e di 3 auto in 6 ore. Risultato della situazione comunque positivo per i passeggeri, ma il nostro pulmino è rimasto 2 notti sul posto insieme allo sfortunato Carlito che era l’autista, in attesa di soccorso da parte dell’agenzia, che a sua volta ha dovuto mandarlo da 500 Km di distanza insieme ad un meccanico. Noi comunque dopo 6 ore siamo stati fortunati a trovare un pulmino che ci ha portato a El Chaltèn per l’interessamento di un automobilista dei 3 passati. Penso che chi può essere interessato al “fai da te” deve avere una buona esperienza di meccanica, pezzi di ricambio, gomme di scorta e attrezzature da ripararle con un piccolo compressore da collegare alla batteria del veicolo per gonfiarle oltre naturalmente ad acqua potabile e viveri nel malaugurato caso non sia possibile fare niente. Passata quello che restava della notte in un alberghetto di El Chaltèn, siamo partiti per il primo dei due trekking in programma da questo paese, ed il primo ci porta verso il mitico Cerro Torre passando per i numerosi “miradores” (punti panoramici sul Torre) ed il campo base con la classica costruzione in legno che si vedeva anche in un vecchio film “Grido di Pietra”. Dal campo base si prosegue fino alla laguna, dove gli alpinisti attraversano il rio appesi ad una corda con carrucole, dove la vera difficoltà è il vento che soffia sempre ad una velocità variabile tra gli 80Km orari ed i 180 Km (tempo di percorrenza è di circa 6 ore andata e ritorno) Secondo trekking, decisamente più lungo (raggiunge le 10 ore per 22 Km con dislivello di 1150 metri), raggiunge la laguna de los Tres sotto il Fitz Roy ( 3375 metri). Questo itinerario è molto vario e bello, entra in una valle e sale dolcemente per entrare in un bosco fino a raggiungere i laghi Madre e Hija e la laguna Capri; si prosegue fino al campo base degli scalatori (dove un cartello vieta l’ingresso agli escursionisti) fatto sempre sullo stesso stile di quello del Cerro Torre. Dal campo base si risalgono i 400 metri di dislivello sulla morena (45 minuti circa) e si arriva così alla laguna de los Tres con la sua magnifica vista sul Fitz Roy e le sue vie di salita che quasi sembra di toccarle.
Proseguendo sulla sinistra il panorama è ancora grandioso con la vista su una nuova Laguna, detta Sporca,
con un grande lago formato sotto un salto di roccia e con sopra un ghiacciaio che lascia cadere rumorosamente i suoi seracchi. Dopo le tre notti a El Chaltèn, ci raggiunge carlito, e si riparte per El Calafate con una distanza di 230 Km da percorrersi in 4 ore circa. El Calafate (20.000 abitanti d’estate e 500 d’inverno) è il primo centro che si incontra dopo l’aeroporto di Comodoro Rivadavia, ma l’ho trovato troppo turistico, carico di souvenir, di ristoranti, di telefoni ai quali non eravamo più abituati, e di troppi negozi in genere. Questa comunque deve essere una giornata di riposo dedicata magari ad inviare notizie a casa, o a comprare ricordi per gli amici. Giorno dopo è consigliabile fare l’escursione al ghiacciaio del Perito Moreno dichiarato Patrimonio naturale da parte dell’UNESCO. Questo ghiacciaio è largo 3 Km, lungo 35Km ed alto 60 metri nella parte finale. Anche qui lo spettacolo è unico e può essere ammirato (costo 13 dollari USA) da un battello ma anche gratuitamente e per questo non meno bello dal “Mirador” (che personalmente ho preferito) Sono anche riuscito a fotografare un enorme pezzo di ghiaccio che si stava staccando, provocando grosse onde nel lago. Si ritorna all’albergo di El Calafate per la cena che consiglio in un ristorante “Casimiro” dove si gusta una ottima “parrilla” a prezzo giusto. Giorno dopo, partenza per il Cile dove si va a visitare il Parco Nazionale Torres del Paine anch’esso dichiarato Patrimonio Mondiale della Biosfera dall’UNESCO. Questo parco è ricco di animali guanacos,condor aquile, volpi ecc e noi troviamo alloggio alla Cabanas del Paine sul Rio Serrano, un po’ distante dall’escursione ma molto bello e suggestivo. Abituati ai prezzi dell’Argentina, quando si arriva in Cile, bisogna stare attenti perché è tutto molto caro (esempio: una birra da 33cl in Cile costa 6 dollari USA in Argentina 1 dollaro – un caffè in Cile 5 dollari in Argentina 1 dollaro – i box-lunch in Cile 26 dollari in Argentina 5 dollari) e non sempre servono la roba richiesta (esempio ad una parte di noi hanno cercato di dare trota salmonata al posto di salmone). L’escursione alla Torri del Paine inizia su un comodo sentiero che in poco più di 1 ora ci porta ad un rifugio sul lato destro orografico del rio e proseguendo un’altra ora circa si arriva al campo base degli scalatori, costituito anch’esso da una capanna in legno. Dal rifugio inizia una faticosa salita sulla morena di circa 1 ora per sbucare sotto le Torri del Paine. Anche qui spettacolo molto suggestivo che suscita profonde emozioni. Si ritorna a dormire nell’albergo. Il giorno dopo si parte per Cancha Carrera e, lungo il percorso si possono ammirare cascate, laghi e animali. Si pernotta in una Estancia detta Rupai che è come i nostri migliori agriturismo, si mangiano i loro prodotti dell’orto, la carne dei loro agnelli e si beve del buon vino al caldo di una buona stufa a legna. Abbiamo visitato una piccola parte della tenuta che è di 23.000 ettari potendo toccare la morbidissima lana delle loro pecore, fotografando i lama, il loro immenso maiale che serve per la riproduzione, i cavalli ed i cani pastore che hanno ciascuno la loro “villetta” personale. Partenza quindi per Rio Gallegos in aeroporto ed imbarco per Buenos Aires via Usuaia. Purtroppo la storia finisce qua anche se avrei voluto vedere i pinguini con altri due giorni a disposizione ma non mi era possibile spero tanto che lo sia per voi e se lo fosse mandatemi una foto Grazie |