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Dent d'Hérens (m 4179)

Accesso: Da Aosta si seguono le indicazioni per la Valpelline raggiungendo la diga di Place Moulin (m1968). Parcheggiata l'auto si costeggia il lago sulla sponda sinistra ed in circa 1 ora si raggiunge il rifugio Prarayer (m 2005).

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Rifugio Prarayer

Si prosegue sul fondovalle con le indicazioni per il rifugio Aosta (m 2781) che si raggiunge in circa 3 ore

Itinerario:

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Partenza ore 3 dal rifugio Aosta

Dal rifugio Aosta si scende per qualche decina di metri verso est per un sentiero che conduce al Glacier de Grandes Murailles e a circa 3200 metri di quota si supera una strettoia tra il Rocher Silvano ed il Tete de Valpelline passando tra i pochi saracchi rimasti.  Oltre questa strettoia  ci si mantiene sulla nostra sinistra, vicino alla cresta ovest, prestando molta attenzione ai crepacci larghi e abbondanti.

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Si punta verso il colle est  fino a quota 3700 m circa e si volge decisamente obliquando verso sinistra, dapprima su neve e poi salendo su rocce molto instabili ma facili fino a sbucare sulla cresta ovest nuovamente ricoperta dal ghiacciaio.

Questo tratto è molto pericoloso in particolare se è affollato perché i sassi si smuovono facilmente anche con la corda.

Si prosegue la salita su un pendio abbastanza ripido ( nel punto massimo 50°) fino a raggiungere le roccette della cresta terminale che ci porta in vetta.

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Tempo di salita dalle 5 alle 6 ore le difficoltà sono solitamente valutate PD+ ma a mio avviso ci può stare comodamente un AD a seconda delle condizioni.

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Vetta

Variante: proprio per il traverso pericoloso si preferisce, in certi periodi, percorrere la cresta ovest, tecnicamente più difficile (un passo di III°) pur di evitare i sassi che scendono.

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In questo caso invece di puntare verso il colle est ci si mantiene sul versante del Tete de Valpelline ed in prossimità del colle Tiefenmatten  a quota 3574 m  c'è un evidente canapone bianco che si risale nei suoi 50 metri appendendoci  e facendo cascare una infinità di terra e sassi (quindi si raccomanda di non fare affollamenti)

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e poi si segue dapprima il filo di cresta e poi si passa appena sotto di esso, sul versante svizzero, fino a raggiungere il pendio ghiacciato e a ricongiungerci alla normale.

Le difficoltà tecniche sono di AD.

Note: Queste vie sono consigliate ad alpinisti esperti senza lasciarci convincere dalle valutazioni e soprattutto bisogna avere dimestichezza con le manovre di corda e con i ramponi e piccozza.

Discesa: A seconda delle condizioni si possono percorrere entrambe.